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Correlazioni in Medicina



Gestione del trauma cranico minore in pazienti in terapia anticoagulante orale


I pazienti trattati con Warfarin ( Coumadin ), che hanno subito lievi traumi cranici, sono a rischio di emorragia intracranica e la loro gestione ottimale dopo una sola scansione di tomografia computerizzata della testa non è ben definita.

È stato valutato un protocollo di osservazione per 24 ore seguito da una seconda scansione di tomografia computerizzata della testa.

In questa serie di casi prospettici, sono stati arruolati pazienti consecutivi trattati con Warfarin che non presentavano lesioni intracraniche a una prima scansione tomografica TC dopo un trauma cranico minore, pervenuti in un Centro traumatologico di livello II.

Sono stati arruolati e osservati 97 pazienti consecutivi; 10 hanno rifiutato la seconda scansione TC ed erano in salute durante i 30 giorni di follow-up.

La scansione tomografica ripetuta nei rimanenti 87 pazienti ha mostrato una nuova lesione emorragica in 5 soggetti ( 6% ), con 3 persone in seguito ricoverate e una che ha subito una craniotomia.

Due pazienti dimessi dopo aver completato il protocollo di studio con 2 tomografie negative sono stati ricoverati dopo 2 e 8 giorni con ematomi subdurali sintomatici; nessuno ha subito un intervento chirurgico.

Due dei 5 pazienti con sanguinamento ritardato a 24 ore avevano un valore INR ( International Normalized Ratio ) iniziale superiore a 3.0, così come i pazienti con sanguinamento ritardato oltre le 24 ore.
Il rischio relativo di emorragia ritardata con un valore INR iniziale superiore a 3.0 è stato di 14.

In conclusione, per i pazienti in cura con Warfarin che presentano traumi cranici minori e hanno una scansione di tomografia computerizzata iniziale alla testa negativa, un protocollo di osservazione di 24 ore seguita da una seconda scansione TC è in grado di identificare la maggior parte degli episodi di sanguinamento ritardato.
Un iniziale valore INR superiore a 3 è indice di un più elevato rischio. ( Xagena2012 )

Menditto VG et al, Ann Emerg Med 2012; 59: 451-455



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